L COSTUME FEMMINILE
Il costume tradizionale rappresenta ancora il modo di vestire delle donne di Letino e le identifica nel contesto sociale del paese, conservando ancora oggi il colore originario. Nel corso degli ultimi decenni si è assistito ad una fase intermedia sull'uso del costume folclorico: in quasi tutti i Comuni del Matese, fatta eccezione per Valle Agricola e Gallo, esso viene indossato soltanto in particolari circostanze, come ad esempio il matrimonio - solo in alcuni casi -, o sul letto di morte. Attualmente il costume viene portato da una limitata componente femminile della popolazione di questi due paesi matesini o, nella maggior parte dei casi, nel corso di manifestazioni turistiche e folcloriche. In ogni caso viene sempre mostrato dalle donne di Letino con un senso di fierezza e di maestosità. Certamente è uno dei più belli e più ricchi costumi di tutta l'area municipale del Matese.
Riguardo poi al colore del panno, sono necessarie alcune considerazioni legate allo stato sociale della donna, vale a dire se giovane, nubile, maritata, zitella o vedova. La giovanetta non porta ne il panno ne la mappa; la nubile, cioè la signorina, indossa un panno e una mappa di colore verde; la maritata invece, mappa e panno sono di colore rosso; la zitella, oltre al panno e la mappa verde, porta altri segni di distinzione. La vedova, infine, com'è naturale, indossa panno e mappa di colore nero, senza nessun particolare ornamento.
Soltanto il costume da sposa è sfarzosamente ornato e arricchito di oro.
L'originalità del costume delle donne di Letino non sta soltanto nella forma strana ma alquanto piacevole dei suoi componenti essenziali, ma è dovuta soprattutto a quel grazioso motivo ornamentale che consiste nel legare i capelli in due fila di trecce con delle cordicelle bianche intessute a mano, chiamate "leazze" che servono a formare le "trecciole". Questo antico sistema di acconciatura, assolve la funzione di reggere la mappa o "mappelana" e che trova una stretta somiglianza con alcuni costumi del versante molisano del Matese, come ad esempio, il paese di Roccamandolfi, o addirittura appartenenti all'altra sponda adriatica e del Mare Egeo.
In Letino il costume femminile si è conservato quasi intatto nel corso dei secoli, anche se ha subito delle opportune modifiche che non hanno alterato la sua originalità.
Il costume è stato adattato al clima e all’ambiente di alta montagna, molto differente da quello marittimo, di cui sembra originario, ma non vi sono sufficienti elementi di prova.
Infatti nel costume delle donne di Letino domina la lana pettinata e finemente ricamata. Mancano del tutto la sete e le altre stoffe meno pesanti.
Gli elementi che compongono il costume tradizione di Letino sono:
-
LA UNNELLA, fatta di lana turchina pesante e ricamata a mano.
-
R’ MANTERO, ottenuto da un pezzo di panno lana rettangolare e impreziosito da ricami e lavorato con fili d’argento. Viene legato alla vita da una fascia anch’essa tessuta a mano con il caratteristico pettine di legno.
-
IL PANNO, pezzo di stoffa ricamato a mano, legato alla vita e pendente posteriormente fino a coprire le gonna. E’ di colore verde per la giovane, rosso per la maritata e nero per la vedova.
-
LA CAMMICIA O CAMMISCIA, di cotone bianco e con maniche a sbuffo che arrivano al gomito con sovrapposizione di un manicotto aggiunto nel corso del 700’, secolo in cui molti costumi del Regno di Napoli subirono sostanziali modifiche.
-
IL PIZZIGLIO, ossia un merletto che si mette intorno al collo e che fa da supporto ai fili d’oro e alle collane.
-
IL MANICOTTO, ricamato in oro, è arricchito da nastri rossi e verdi. Serve a coprire il braccio dal gomito al polso. Anche questo pezzo del costume sta ad indicare lo stato sociale della donna. Nel caso sopra citato, i due nastri colorati stanno ad indicare la presenza di una donna maritata.
-
LA MAPPA O MAPPELANA, rappresenta il pezzo più pregiato dell’intero costume femminile. E’ un copricapo finemente ricamato a mano con un punto senza rovescio e col bordo contornato da frangia anch’essa lavorata in oro. La mappa viene fissata alle trecciole ottenute dall’intreccio dei capelli con la “rizzola”, lavorata anch’essa con il pettine di legno. E’ di colore rosso per la maritata, verde per la giovane e nera per la vedova.
-
SPILLA O SPILLONE, è un grosso pomo cesellato in argento da artigiani orafi. Sembra originario della Bassa Ucraina ed è ancora adoperato da molti Comuni dell’area del Matese. Oggi è difficile riprodurre delle copie a causa dell’alto prezzo di lavorazione. Lo spillone serve a reggere ulteriormente la mappa.
-
RI SCARPUNI, specie di sandali ottenuti dalla conciatura delle pelli di pecora, di vacca e di asino. Venivano allacciati fino al ginocchio con delle stringhe chiamate “curriuoli”. Servivano per proteggersi dal freddo e dall’umidità dei boschi.
Il costume è il modo di vestire della donna di Letino e la identifica nel contesto sociale del paese, conservando ancora oggi il colore originario. Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito ad una fase intermedia sull’uso del costume folclorico: cioè esso viene indossato soltanto in particolari circostanze, come ad esempio, il matrimonio (solo in alcuni casi) e sul letto di morte (molto spesso). Attualmente viene indossato da una esigua parte della popolazione femminile o durante le esibizioni del locale Gruppo Folcloristico, egregiamente organizzato e diretto dal Dott. Fausto Perrone, responsabile del Settore Arti e Tradizioni Popolari dell’Associazione Pro Loco “Letizia”. In ogni caso viene sempre mostrato dalle donne di Letino con un senso di fierezza e di maestosità.
Certamente è uno dei più belli e più ricchi costumi di tutta l’area municipale del Matese.
Riguardo poi al colore del panno, si rende necessario riportare alcune considerazioni legate allo stato sociale della donna, vale a dire se giovane, maritata, zitella e vedova.
La giovanetta non porta il panno né la mappa; la nubile indossa panno e mappa di colore verde; la maritata, panno e mappa di colore rosso vivo; la zitella invece, oltre al panno e mappa verde, porta altri segni di distinzione, come ad esempio, dei nastri di colore rosso e che servono a reggere i due manicotti alla camicia.
Le vedova, come è naturale, indossa panno e mappa di colore nero, senza altri particolari ornamenti.
La donna rimasta vedova infine e che intendeva spezzare il lutto, indossava il panno e la mappa di colore bordeaux.
Soltanto il costume da sposa come si narrava, è sfarzosamente ornato di monili d’oro e d’argento.
COSTUME MASCHILE
Per quanto riguarda il costume maschile, gli esempi più caratteristici sono dati dagli indumenti che venivano indossati giornalmente dai pastori di Letino, in funzione delle loro attività. La semplicità della vita pastorale, la naturalezza di una forma di attività rimasta immutata nei secoli, fino ai nostri giorni, hanno preservato l’abito maschile, che è giunto inalterato e ben conservato.
E’ da notare inoltre, che il costume maschile sopravvive soltanto in certi ambienti di alta montagna e il suo uso è scemato gradatamente.
Essenzialmente il costume maschile è costituito da un calzone corto di panno scuro, aderente e con spacchi laterali all’estremità e tenuti stretti al ginocchio con cente tricolori. La camicia, di cotone bianco, quasi sempre a casacca, senza colletto, è ricamato sul davanti, ai polsi e all’attaccatura delle maniche. Viene allacciata sul petto da un nastro colorato. Sul davanti è chiuso da una patta alla marinara con una serie di bottoni metallici dorati.
I calzettoni di lana bianca sono lavorati ai ferri. Nel corso del secondo dopoguerra sono scomparse le pezza da piedi e i relativi “scarpuni” o zampitti, fatti con pelle di asino o di vacca.
I pantaloni sono mantenuti alla vita da cente tricolori che vengono girate più volte.
Completa l’abbigliamento il corpetto o gilet dai grossi bottoni metallici dorati e ornato da nastri e lacci. La giacca, come il corpetto, è di panno lana di colore scuro, provvista anch’essa di bottoni e nastri.
D’inverno, quando il freddo è intenso e pungente, il pastore di Letino si protegge con il largo mantello a ruoto, “la cappa”, e con un cappello alla paesana a falde larghe e con cupola bassa., confezionato da artigiani locali.